I MIGRANTI CHE HANNO FATTO LA STORIA: MARC CHAGALL

  • I MIGRANTI CHE HANNO FATTO LA STORIA: MARC CHAGALL

    Marc Chagall nacque il 7 luglio 1887 nell’Impero russo,a Vitebsk, che attualmente si trova in Bielorussia. Il suo vero nome, essendo di origine ebrea, era Moishe Segal, mentre quello russo era Mark Zacharovič Šagalov, abbreviato in Šagal. La versione  nota a tutti è quella francese, trascritta come Chagall. Frequentò le scuole per ebrei, obbligatorie per gli ebrei russi, poiché le politiche discriminatorie impedivano di unire differenti gruppi razziali. Per diciannove anni Chagall non vide mai alcuna forma d’arte. La tradizione ebraica, infatti, vietava la riproduzione di immagini, soprattutto a soggetto religioso. In casa non aveva quadri, ma solo fotografie di famiglia. Scoprì l’arte per caso, quando un compagno di classe, guardando i suoi disegni, gli disse “Ma tu sei dunque un vero artista?”.

    Nel 1906 Chagall si trasferì a San Pietroburgo, dove iniziò l’accademia di disegno e pittura Zvantseva. Per vivere a Pietroburgo, gli ebrei dovevano essere muniti di un permesso di soggiorno e Chagall, per mantenersi, fu costretto a lavori d’ogni genere. Trascorse più di una settimana in carcere: fu arrestato a Pietroburgo, poiché era entrato in città senza il salvacondotto necessario per gli ebrei che provenivano dalla periferia. Nel 1910, grazie ad un viaggio finanziato da un mecenate, si trasferì a Parigi dove si interessò in particolare al Fauvismo ed al Cubismo. Nel 1912, a soli 25 anni, Chagall espose sia al Salon des Indépendants a Parigi, che al Salon d’Automne di Berlino. Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, decise di ritornare a Vitebsk, dove nel 1915 sposò Bella Rosenfeld. Quando, nel 1917, si scatenò la Rivoluzione Bolscevica, Chagall fu costretto a rimanere in Russia e venne nominato Commissario dell’Arte nella regione di Vitebsk. Nel 1923, dopo aver messo da parte sufficiente denaro, Marc e la moglie riuscirono a ritornare prima a Berlino e poi a Parigi, dove ormai il nome di Chagall era conosciuto. Quando arrivò nel suo studio, che aveva sigillato prima della partenza e nel quale custodiva ben 150 opere, scoprì che era stato violato: al suo interno vi trovò un anziano profugo ma nessuna delle sue tele. La portinaia le aveva buttate,  o le aveva usate come tettoie per le gabbie degli animali.

    La notorietà e le nuove possibilità economiche permisero al pittore di viaggiare in Europa per ammirare le tele dei grandi maestri, come Rembrandt in Olanda ed El Greco in Spagna, spingendosi fino in Palestina.

    Quando, nel 1933  il nazismo prese il potere in Germania, tutte le opere di Chagall vennero confiscate ai musei tedeschi. Nel 1937 il pittore ottenne la cittadinanza francese e durante l’occupazione tedesca si rifugiò con i suoi quadri nel sud della Francia, nella zona ancora libera, dove nel 1941 accolse l’invito del Museo di Arte Moderna di New York e partì per l’America grazie alla concessione del diritto di asilo. Si dice che Goebbels ordinò personalmente di bruciare le opere dell’artista.

    La morte della moglie nel settembre del 1944 sconvolse Chagall al punto di abbandonare la pittura per molti mesi. Nel 1947 ritornò in Francia, stabilendosi a Vence, dove nel 1985 morì e fu seppellito nel cimitero cristiano per sua volontà. L’artista dipinse per tutta la sua vita i grandi valori biblici. Il mondo ebraico spesso disapprovò le sue interpretazioni come quelle delle “Crocifissioni”. Chagall tuttavia dichiarò di essere fiero “di appartenere al piccolo popolo ebraico da cui nacque Cristo e il cristianesimo”.

    Oggi le sue opere sono esposte al MOMA di New York, al Centro Pompidou di Parigi e nel Museo di stato russo di San Pietroburgo.